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"Per l' incisore, il segno è sempre un grande gesto d' affetto. Affonda su sé e sul mondo, intessendo una trama narrativa di connessioni reali o ideali, vissute o sognate, certe o possibili. Nasce dal gesto per diventare scrittura, con un vocabolario - se la lingua scelta è quella, ancor più ricca e difficile, dell'acquaforte - che la lastra e le sue morsure impongono e disciplinano nello spazio del foglio. Può diventare prosa o poesia, ricordo o memoria, sedimentando e strutturando brani di luce e campi di ombre che, nel miracoloso ricomporsi, si diranno sempre paesaggio."